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Def
Rit



2021 02 18, dalla serie ‘Deflagrazione’, digitale su file, 33,1x33cm, 132dpi, 1718x1714px Sono il Dio Amore e appaio meraviglioso agli occhi di chi sa vedere la meraviglia; mostruoso agli occhi di chi vede solo il male. Attualmente nessuno più mi riconosce.

2021 02 18, dalla serie ‘Deflagrazione’, digitale su file, 33,1x33cm, 132dpi, 1718x1714px Sono il Dio Amore e appaio meraviglioso agli occhi di chi sa vedere la meraviglia; mostruoso agli occhi di chi vede solo il male. Attualmente nessuno più mi riconosce.



2020 12 25, dalla serie ‘Deflagrazione’, digitale su file, 69,359x69,359cm, 300ppi, 8192x8192px La forma è sostanza poiché contiene sempre un racconto. Ma non sempre racconta ciò che contiene.

2020 12 25, dalla serie ‘Deflagrazione’, digitale su file, 69,359x69,359cm, 300ppi, 8192x8192px La forma è sostanza poiché contiene sempre un racconto. Ma non sempre racconta ciò che contiene.



2020 12 20 dalla serie ‘Deflagrazione’ digitale su file 21x29,7cm, 300ppi, 2480x3508px

2020 12 25 dalla serie ‘Deflagrazione’ digitale su file 69,359x69,359cm, 300ppi, 8192x8192px

2021 06 25 dalla serie ‘Deflagrazione’ digitale su file 96,3x89,8cm 150dpi 5685x5301px

2020 12 20 dalla serie ‘Deflagrazione’ digitale su file 21x29,7cm, 300ppi, 2480x3508px



2021 05 22, dalla serie ‘Deflagrazione’ digitale su file, 55,6x57,7cm, 300dpi, 6568x6811px Mi trasformai a loro immagine e somiglianza, anticonformista. Ma anche l’anticonformismo può essere solo un ‘vestito’, e mi sentii comunque solo.

2021 05 22, dalla serie ‘Deflagrazione’ digitale su file, 55,6x57,7cm, 300dpi, 6568x6811px Mi trasformai a loro immagine e somiglianza, anticonformista. Ma anche l’anticonformismo può essere solo un ‘vestito’, e mi sentii comunque solo.



2021 04 19, dalla serie ‘Deflagrazione’, digitale su file, 128x129,2cm, 132dpi, 6652x6712px Ho sbagliato, e devo accettarne le conseguenze.

2021 04 19, dalla serie ‘Deflagrazione’, digitale su file, 128x129,2cm, 132dpi, 6652x6712px Ho sbagliato, e devo accettarne le conseguenze.



2021 06 20 dalla serie ‘Ritorno’ digitale su file 39,4x39,4cm, 132dpi, 2048x2048px

2021 12 08 dalla serie ‘Ritorno’ digitale su file 120x120cm, 150dpi, 7086x7086px

2022 02 11 dalla serie ‘Ritorno’ mista su carta 48,4 x 69,5 cm

2021 06 20 dalla serie ‘Ritorno’ digitale su file 39,4x39,4cm, 132dpi, 2048x2048px



2021 12 08 dalla serie ‘Ritorno’ digitale su file 120x120cm, 150dpi, 7086x7086px

2021 12 08 dalla serie ‘Ritorno’ digitale su file 120x120cm, 150dpi, 7086x7086px



2022 01 07, dalla serie ‘Ritorno’, mista su compensato, 60,1x83,4cm Sto arrivando nel cuore dell’esistenza: il NOI. Sto comprendendo il senso della ‘relazione’. Ho capito perché l’individualismo è uno dei peggiori mali che ha reso claudicante lo scibile.

2022 01 07, dalla serie ‘Ritorno’, mista su compensato, 60,1x83,4cm Sto arrivando nel cuore dell’esistenza: il NOI. Sto comprendendo il senso della ‘relazione’. Ho capito perché l’individualismo è uno dei peggiori mali che ha reso claudicante lo scibile.
Tutti i volti Rit
Tutti i volti Def



2021 05 22, dalla serie ‘Deflagrazione’, digitale su file, 127,051x119,99cm, 150dpi, 7503x7086px Pensavo bastassero le mie fragilità. No, non ho fatto abbastanza.

2021 05 22, dalla serie ‘Deflagrazione’, digitale su file, 127,051x119,99cm, 150dpi, 7503x7086px Pensavo bastassero le mie fragilità. No, non ho fatto abbastanza.



2021 06 13 dalla serie ‘Deflagrazione’ digitale su file 39,4x39,4cm, 132dpi, 2048x2048px

2021 06 13 dalla serie ‘Deflagrazione’ digitale su file 39,4x39,4cm, 132dpi, 2048x2048px



2021 05 25, dalla serie ‘Deflagrazione’, digitale su file, 120x120cm, 150dpi, 7086x7086px Mi credevo indistruttibile perché tutti si sperticavano dalle risa ad ogni mia fesseria. Quanto sesso ho fatto, quanto ero desiderato. Pensavo di essere una merce, che il mondo fosse fatto così.

2021 05 25, dalla serie ‘Deflagrazione’, digitale su file, 120x120cm, 150dpi, 7086x7086px Mi credevo indistruttibile perché tutti si sperticavano dalle risa ad ogni mia fesseria. Quanto sesso ho fatto, quanto ero desiderato. Pensavo di essere una merce, che il mondo fosse fatto così.



2021 06 13 dalla serie ‘Deflagrazione’ digitale su file 120x120cm, 150dpi, 7086x7086px

2021 06 13 dalla serie ‘Deflagrazione’ digitale su file 120x120cm, 150dpi, 7086x7086px



2021 06 20 dalla serie ‘Deflagrazione’ digitale su file 32,1x42,8cm, 132dpi, 1668x2224

2021 06 20 dalla serie ‘Deflagrazione’ digitale su file 32,1x42,8cm, 132dpi, 1668x2224



2021 06 17 dalla serie ‘Deflagrazione’ digitale su file 120x120cm, 150dpi, 7086x7086px

2021 06 17 dalla serie ‘Deflagrazione’ digitale su file 120x120cm, 150dpi, 7086x7086px



2022 01 13, dalla serie ‘Ritorno’, mista su compensato, 29,5x63,9cm Non voglio essere posseduto, ma contemplato, perché a questo serve il bello. Non è merito mio l’aspetto fisico. Voglio tuffarmi nelle cose e voglio essere compreso per quel che sono veramente.

2022 01 13, dalla serie ‘Ritorno’, mista su compensato, 29,5x63,9cm Non voglio essere posseduto, ma contemplato, perché a questo serve il bello. Non è merito mio l’aspetto fisico. Voglio tuffarmi nelle cose e voglio essere compreso per quel che sono veramente.



2022 01 15, dalla serie ‘Ritorno’, mista su compensato, 60,1x83,3cm Sono la martire della più bella città del mondo. Sono risorta per darvi un importante messaggio: il SACRO è in tutte le cose, e prescinde dalle religioni. Il sacro è AMARE tutto e tutti.

2022 01 15, dalla serie ‘Ritorno’, mista su compensato, 60,1x83,3cm Sono la martire della più bella città del mondo. Sono risorta per darvi un importante messaggio: il SACRO è in tutte le cose, e prescinde dalle religioni. Il sacro è AMARE tutto e tutti.



2022 01 19, dalla serie ‘Ritorno’, mista su compensato, 92,3x111,3cm In questo mondo rinato, sono bravo, e tutti vedono la mia bravura, e quel che sono veramente.

2022 01 19, dalla serie ‘Ritorno’, mista su compensato, 92,3x111,3cm In questo mondo rinato, sono bravo, e tutti vedono la mia bravura, e quel che sono veramente.



2021 05 25 dalla serie ‘Deflagrazione’ digitale su file 120x120cm, 150dpi, 7086x7086px

2021 05 25 dalla serie ‘Deflagrazione’ digitale su file 120x120cm, 150dpi, 7086x7086px



2021 06 20, dalla serie ‘Deflagrazione’, digitale su file, 120x120cm, 150dpi, 7086x7086px Ero un Very Important People, pieno di soldi e privilegi, mi chiamavano ‘artista’.

2021 06 20, dalla serie ‘Deflagrazione’, digitale su file, 120x120cm, 150dpi, 7086x7086px Ero un Very Important People, pieno di soldi e privilegi, mi chiamavano ‘artista’.



2021 11 27 dalla serie ‘Ritorno’ mista su carta 24,4x34,7cm

2021 11 27 dalla serie ‘Ritorno’ mista su carta 24,4x34,7cm



2021 12 19 dalla serie ‘Ritorno’ mista su carta 24,4x34,7cm

2021 12 19 dalla serie ‘Ritorno’ mista su carta 24,4x34,7cm



2021 11 24 dalla serie ‘Ritorno’ mista su carta 24,4x34,7cm

2021 11 24 dalla serie ‘Ritorno’ mista su carta 24,4x34,7cm



2021 06 25 dalla serie ‘Deflagrazione’ digitale su file 96,3x89,8cm 150dpi 5685x5301px

2021 06 25 dalla serie ‘Deflagrazione’ digitale su file 96,3x89,8cm 150dpi 5685x5301px



2022 02 07, dalla serie ‘Ritorno’, acrilico su compensato, 92,4x114,1cm Sono anziano, pieno di acciacchi e dolori, nel corpo e nell’anima. Ma diffida dalle apparenze, poiché dentro di me sono felice.

2022 02 07, dalla serie ‘Ritorno’, acrilico su compensato, 92,4x114,1cm Sono anziano, pieno di acciacchi e dolori, nel corpo e nell’anima. Ma diffida dalle apparenze, poiché dentro di me sono felice.



2022 01 27, dalla serie ‘Ritorno’, digitale su file 48,8x69cm, 300ppi, 5762x8150px Guardare in alto non è uno scherzo, tuttavia è irrinunciabile

2022 01 27, dalla serie ‘Ritorno’, digitale su file 48,8x69cm, 300ppi, 5762x8150px Guardare in alto non è uno scherzo, tuttavia è irrinunciabile



2022 02 11, dalla serie ‘Ritorno’, mista su carta 48,4 x 69,5 cm Sono ciò che sono perché posso esserlo in questo mondo.

2022 02 11, dalla serie ‘Ritorno’, mista su carta 48,4 x 69,5 cm Sono ciò che sono perché posso esserlo in questo mondo.



2021 06 20, dalla serie ‘Deflagrazione’, digitale su file, 51x61,4cm, 132dpi, 2652x3189px Nessuno mi poteva avvicinare, la mia stazza inibiva chiunque. Potevo fare ciò che volevo, non sapevo di essere così impotente.

2021 06 20, dalla serie ‘Deflagrazione’, digitale su file, 51x61,4cm, 132dpi, 2652x3189px Nessuno mi poteva avvicinare, la mia stazza inibiva chiunque. Potevo fare ciò che volevo, non sapevo di essere così impotente.



2022 02 09, dalla serie ‘Ritorno’, mista su carta 24,4x34,7cm Io sono la vita, e vivo. Vivo nel NOI.

2022 02 09, dalla serie ‘Ritorno’, mista su carta 24,4x34,7cm Io sono la vita, e vivo. Vivo nel NOI.
DEF | RIT
Recentemente trasferito nella sua bellissima Siracusa ma ancora alla ricerca della disponibilità di un luogo fisico in cui esporre, questa esposizione è attualmente in modalità virtuale.
Contestualmente al ‘ritorno’ in Sicilia da Roma, divenuta a suo avviso, quest’ultima, luogo di ‘deflagrazione’ culturale e sociale, DEF|RIT nasce come sua ennesima riflessione sul destino dell’umanità: può l’uomo ignorare 'l'AMORE per gli altri’ continuando a distruggere lo scibile, sé stesso compreso?
I volti DEF sono le ultime opere romane, tutte digitali (realizzate cioè con l’ausilio di applicazioni che emulano la ‘pienezza' del gesto pittorico tradizionale, come Procreate e Fresco), e i volti RIT sono le opere siracusane realizzate dall’agosto 2021, di cui solo due digitali.
DEF
I volti DEF esprimono un profondo e desolato disagio al cospetto di un'umanità perduta, bisognosa di un ravvedimento che potrà oramai raggiungere solo nell’istante stesso che separerà la vita dalla morte. Questo istante, irreversibile, precede lo schianto ferale con la presa di coscienza di aver sprecato un'occasione irripetibile di felicità collettiva: la vita. Un impatto DEFlagrante con la verità di una società che, in nome di un ordine apparente, materiale, disarmonico e fittizio, ha disdegnato della solidarietà, dell’inclusione, dell’accoglienza, del farsi carico l’uno dell’altro, dell’uguaglianza, delle miracolose diversità, della pace. L’occhio spalancato mira inerme il sopraggiungere dell’esplosione, già in corso nel resto del volto, e la mente prende coscienza di aver reso questo mondo un luogo invivibile. L’individuo oramai finito è come morto, o quasi, e la sua consistenza è azzerata e virtuale (ecco perché i disegni in digitale). Dunque ‘DEFlagrazione’ e ‘morte’ non sono la disfatta del corpo, o ’non solo’, bensì quella dell’anima. La morte fisica è una specifica inessenziale. I soggetti DEF, vittime e/o carnefici di questo mondo senza speranza, sono rei di imperdonabile individualismo. Ma tra questi emerge il dio Amore, sotto forma di sbiadito mostro, agli occhi di chi non è più in grado di riconoscerlo, di chi fa del proprio orrore interiore una 'galera/rifugio’, proiettandola su tutte le cose, anche quelle divine. Quell’Amore che diventa mostruosamente spaventoso, poiché implica coraggio, auto-consapevolezza, slancio vitale, cambiamento, onestà intellettuale. Implica un'energia che un animo sconfitto ha già perduto.
RIT
I volti RIT (ritorno all'amore) invece raccontano la speranza, sofferta o gioiosa, di un ravvedimento dell’essere umano, che dall’oscurità rinsavisce esponendosi alla luce dell’amore (più che della ragione: tema già affrontato in AMA). Non è casuale la S. Lucia tra questi, come colei che emana luce (e patrona siracusana). Una luce che ‘pervade' di volume, rendendo possibile l’occupazione di uno spazio. Quasi una dimensione caravaggesca, una ierofania, che però diventa rinascita. Il ritorno ad essere ‘corpo’ espresso dalla matericità del colore, ma non nel senso della 'gretta materia' bensì come consistenza dell’essere, nella sfera emozionale e negli stati d’animo. Il corpo si ‘ricompone al fine di lottare per una società coesa ed ‘innamorata', approdando ad una dimensione dell’Essere che qui appare reale e surreale contemporaneamente. Questo perché, in un moto inverso a quello della deflagrazione, nell’atto cioè di solidificarsi, mostra anche le parti non ancora giunte al completamento. Infatti le imperfezioni e le 'incompiutezze’ partecipano della nostra meraviglia. La loro espressione allude ad uno stato interiore, fatto sia da riflessività serena che dal turbamento della rinascita. Un mondo in cui ‘ordine' torni sinonimo di ‘armonia' ed in cui la PERSONA sia la priorità universale. E PERSONA è l’autore stesso, che ritrae individui reali in ritratti ed autoritratti.
NEOFASCISMO
Goleman ci informa che amore e sacro (sistema limbico), fortunatamente, prevalgono su ragione e pensiero (neocorteccia). La razionalità, da sola, è cosa nefasta: la bomba atomica è un prodotto dell'intelletto. L’ordine, senza sentimento, è disarmonia, indifferente alla natura della PERSONA, alla sua anima. Come un treno disposto a travolgere chicchessia, pur di onorare la puntualità. Oggi viviamo in un mondo che va in questa direzione. Un mondo neofascista.
Il palese riferimento (quello dei treni) è al Fascismo, non inteso come fenomeno storico-politico, bensì stato della mente e condizione antropologica: il razionale e consapevole prediligere le cose alle persone. Tema sempre attuale: se il nostro fine non sono gli ALTRI bensì LE COSE, chiunque potrebbe esserci da ostacolo all'ottenimento di queste, e gli ostacoli vanno eliminati.
La prima conseguenza di questo stato psico-antropologico si chiama ‘prevaricazione’, alla quale succedono tutte le forme del male: ricchi che schiacciano i poveri e i poveri i poverissimi; disuguaglianza e discriminazione; sfruttamento e migrazioni; censura e disinformazione; forze di estrema destra, dittature finanziarie, globalizzazione e Troika; la CONOSCENZA umiliata da una pubblica istruzione indigente e a volte, purtroppo, da dirigenti (e loro collaboratori) infantili e sadici, 'esecutori banali del male' (Arendt), sebbene chiamati a commemorare il giorno della memoria; sicari dell’economia; disturbi di personalità, evitanti, alessitimici, antisociali e inquietanti manipolatori narcisisti; solitudine, omertà e paura (temi affrontati anche nell’album UNITI).
La nostra reazione al Neofascismo, dunque, è il tema centrale di questa installazione: se questo è uno stato della mente tutti siamo chiamati a fare i conti con il passato nell'interrogarci sul fascista che è in noi. Tutti dobbiamo sapere che la nostra capacità di amare gli altri è inversamente proporzionale a questo orrido mostro annidatosi nella nostra anima, perché odiare qualcuno significa scoprirsi fascisti. ‘Amare’, però, non in senso ecumenico, chiaramente: andare in chiesa (o sinagoga o moschea, etc) non tutela nessuno dal proprio 'fascista interiore’. Anzi a volte si rimane sbigottiti dalle affermazioni brutali, razziste e omofobe di certi integralisti.
L’ARTE NEL NEOFASCISMO
Dando uno sguardo al mondo di oggi, gli espressionisti tedeschi avrebbero molto da raccontare attraverso la pittura, sebbene inibiti dal dramma di una società, quella del terzo millennio, oramai incapace di leggere l’opera d’arte, o quantomeno di ’tuffarcisi’ senza paura. Dunque rimarrebbero ignorati, incompresi, o accusati di fare ‘cose troppo inquietanti’. Tra algidi manieristi e ipocriti modaioli, sono pochi gli 'operatori di verità’, che diano seguito alla loro vocazione, alla denuncia del disagio, pur correndo il rischio di rimanere nell’oblio di una lettera morta. Quanto analfabetismo collettivo, incapacità e disinteresse nel comprendere la portata innovativa e dirompente del messaggio artistico. E chiediamo scusa qualora apparissimo troppo pessimisti nel rilevare quanto moralismo low-cost sia oramai diffuso, pronto a gambizzare le libere corse della creatività, stabilendo in ‘virtù’ di un 'arbitrio etico' cosa sia giusto o meno che l’artista faccia. Quanto degrado mentale che cammina a braccetto con quelli che Battiato definiva ‘falsi miti di progresso’. Quanti un domani potrebbero persino tacciare il compianto Maestro di populismo?
L’artista deve dire la verità, che è autentica per definizione, dunque inedita ed innovativa. E per leggere il ‘nuovo’ serve un nuovo dizionario. Ed imparare una nuova lingua spaventa. La società di oggi cerca abitudinarie certezze, cose già conosciute, protezione dall’ignoto, sebbene invece l’ignoto sia un inestimabile miracolo. Si spiega così il successo di tendenze foto-realistiche che riversano nell’abilità manuale e nella statica e fedele percezione visiva l'ingrato compito di rifugiarsi in un 'luogo sicuro’: il già conosciuto. La pittura ha talmente paura di esistere da mimetizzarsi nella fotografia. Ma pittoricità e fotografia sono due linguaggi diversi, sebbene imparentati.
EPILOGO
Fascismo è sin dalla notte dei tempi il male assoluto, distruzione dell’umanità, morte. Seguitando a non ribaltare la dicotomia COSE/PERSONE vivremo nel marchio del suo bestiale nome, trascinando lo scibile verso l’impatto. E oggi ne saggiamo le conseguenze, rivedendo gli orrori della guerra. Una guerra che non è mai finita, ma che impressiona quando ci tocca da vicino.
Che tipo di mondo scegliamo? Arrenderci alla DEF(lagrazione dell’umanità), o alzare la testa verso il RIT(orno all’amore)? Quanto sei ancora capace di guardarti veramente allo specchio? Quanto sei capace di amare VERAMENTE chiunque? Poniti questi quesiti se scegli RIT, perché il bene ha sempre un prezzo dolorosissimo: guardare veramente se stessi.
Paolo Romano
un ringraziamento speciale ad Alessandro per avermi sostenuto, ispirato e incoraggiato.
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